lunedì 26 marzo 2007

Week end intenso come una settimana

Sabato 24 e domenica 25 marzo.
Ore 8 am. Suona la sveglia. Non pensate a me che sono in piedi il sabato mattina così presto ma pensate come si possa stare a quell'ora. Pensate ora di andare in cucina per preparare un buon caff....ehi ma quest'odore... Monique con il suo bel camicione rosa confetto si sta mangiando le patatine di Mc Donalds. Faccio retrofront in camera, anzi esco subito per andare a comprare della farina. Torno a casa un paccone da due chili, ma se la grocery offre solo la confezione famiglia, va bene così. Ieri sera c'era solo la confezione da 12 uova, ma a me ne servivano la metà e quindi cosa hanno fatto? Hanno rotto il pacco in due e me ne hanno date solo 6. Altro che etichette, prezzi, scontrini...tze!
A casa mi metto all'opera con il computer per convertire grammi e once, teglia, carta da forno. Accendo il forno a caso perchè non sono indicati i gradi e comincio a preparare le mie palline di cocco. Incrocio le dita e inforno.
Monique intanto è seduta per terra con il casco per sciugare i capelli sul divano che si legge delle riviste e guarda la televisione. A un certo punto corre verso il forno perchè esce decisamente troppo fumo. Sta andando a fuoco la carta da forno! Spalanchiamo tutte le finestre per evitare che suoni l'allarme e io rinforno le povere palle. Dopo 20 minuti sembrano cotte quindi contenta le faccio raffreddare. Doccia, e poi via verso il parrucchiere.
Alle 10.15 sono con la testa all'indietro a farmi lavare i capelli sperando di uscire soddisfatta.

Come ogni volta ripenso al leone e alla gazzella, il famoso detto africano che era appeso di fronte ai lavandini nel parrucchiere dove andavo da piccola. Ormai è un'abitudine, visto che me la ero imparato a memoria perchè non era ancora dientata famosa con Aldo, Giovanni e Giacomo. Mi sono sempre chiesta se mi conveniva eesere un leone o una gazzella..ma poi ho sempre pensato che se tanto bisogna correre meglio non porsi il problema. proprio come dice il detto.

Mi sono imparata due frasi, una di queste è "Aboslutly no fringe". Come sono uscita? Con la frangia! Forse è più forte di loro. Quando non vuoi qualcosa loro te la fanno.
Parrucchieri non ce l'ho con voi..ma con me che non riesco mai a capire quella maledetta forbice quando taglia troppo!

L'importante oggi è essere fuori alle 11 per fare ciò che ho lasciato incompleto a casa.
La giornata è stupenda. Cielo ciano, sole caldo, persone in maglietta, cappotto e infradito, infradito e cannottiera, stivali e maglietta...con il caldo bisogna vedere che ci veste diversi! Quindi molti sfoggiano le infradito da piscina, piedi bianchi, ma con unghie colorate, gambe timide, vestitini nuova stagione primavera 2007. Ma se sulla subway un moonboot schiaccia una flip flop?!

A casa riesco a setire Vale! E' proprio sabato! Poi aiuto Azzu con l'annuncio di craigslist, sento Giulia e Giò sotto la neve, mi preparo, sistemo la stanza e metto in un sacchettino le mie palline. La carta da forno si rompe quando stacco i cocchini e rimane appiccicata sul loro fondo. NOOO stupida carta! Porto i docetti con la carta attaccata, compro qualche cosa, rinuncio, li lascio a casa, ma perchè si doveva attaccare? Decido di portarli lo stesso con la carta incollata. Ne mangeranno un pezzo e lasceranno il fondo. Di certo non si buttano e non me li mangio tuti io! Argh..neanche con il coltello riesco a staccarla..non pensiamoci, la tabella di marcia è rigida.
Raggiungo Holy Family, una chiesta dulla 47th tra 1st e 2nd avenue. C'è un incontro per assistere al meeting del Papa a Roma. Putroppo è tradotto con un inglese biascicato quindi capisco ben poco. Pazienza.

Parlo con O. che rivedo con molto piacere e parliamo del mio lavoro. Mi consiglia di avere un commercialista perchè è molto importante avere un supporto e mi dice che la sua amica P. lavora da un certo G.B. Non ci credo! Lui è già il nostro commericalista! Come un puzzle che si compone in fretta ripenso a quando l'avevo già vista a dicembre, alle mail scritte, al suo nome, alla voce..per lavoro l'ho sentita e le ho scritto molte volte! Sempre molta formalità e freddezza lavorativa e ora siamo nella stesso posto a sentire il Papa, a NY!
Scherziamo, ridiamo e per la seconda volta nel giro di 3 giorni ripenso a quanto sia piccolo il mondo e soprattutto a quanto sia importante muoversi e non stare fermi. Solo così si conoscono persone, spalancano porte e tracciano strade. Ridendo per tutta l'ora successiva raggiungo Penn Station sotto un cielo grigio, con nuvoloni pieni di pioggia.
Sono in anticipo (io??) e così mi siedo per terra come fanno tutti e mi metto ad ascoltare la musica classica di sottofondo. Quasi quasi farei una pennica..ma aspetto di ssere comodamete seduta sul treno per dormire un po'. Sto andando a Rhinecliffs nella countryhouse dei capi dell'ufficio. Per questo motivo i cocchini e il grande rush.
Arrivo sotto una pioggia battente, ma non c'è prblema perchè c'è M. che mi aspetta in felpa e scarpe da ginnastica tutto sorridente. J. mi aspetta in macchina avvolta in un cappotto stile africano. Dopo uno sterrato nel bosco arriviamo nella big hous...da fuori si vede solo che è grossa, ma è di colore grigio senza la struttura tipica dei casoni. Un Budda di pietra ci aspetta all'ingresso e da questo capisco subito che sto per entrare in un museo. Non mi sbaglio.

Salone immenso con camino nel mezzo, tre salottini diversi, tavolone, area televisione con apposito divano. Tutto è crato nei dettagli: casi, tappeti, candele, dipinti, statue, monili, mobili. La mia camera ha un letto a baldacchino con copripiumone di velluto, drappi rossi e vista sul bosco. Mi sento perfettamente a mio agio... Dopo un tour della casa assaggio un loro cocktail: coconut water e wisky. Lo bevo di gusto, buonissimo! Un po' fortino, ma va bene per aprire lo stomaco e rendere più fluide le parole. La serata prevede una cena nel ristorante italiano Gigi. Mangio cozze e una skizza (pizza sottilissima) molto buona e gustosa. Accompagna il tutto Barbera d'Asti. Io mi sarei accontentata di una patata cotta nella brace dell'immenso camino, ma essendo ospite e non conoscendo le persone faccio volentieri quello che mi propongono. La sera, prima di addormentarmi sull'alto lettone, penso alla storia della principessa sul pisello. Io al contrario di lei, dormo benissimo. La mattina apro gli occhi e vedo il bosco di fronte a me con gli scoiattoli che si rincorrono sugli alberi.
La colazione non si fa a casa perchè la prima tappa della giornata è al DINER del paese. Da fuori sembra abbastanza anonimo, ma una volta entrati altro che Happy Days! C'è il jukebox, i divanetti in pelle, le cameriere grasse e brizzolate e un menù di tutto rispetto. Così senza scrupoli mangio pancake, salsicce, bacon e uova. Con caffè e succo d'arancia digerisco tutto e sono proprio felice...

Giretto per la zona dove si susseguono case, piccole negozi, chiese..ma è proprio come il film bubble!!! Dopo un momento di relax a casa ci aspetta un movie al cinema del paese.
Profumo di popocorn e signorone di provincia vestite con tute, scarpe da ginnastica, camicie a scacchi. Inizia il film. The lives of the others per 137 minuti mi tiene incollata allo schermo. Nonostante il tedesco con i sottotitoli in inglese, che genera non poche confusioni mentali, il film mi prende, mi avvolge, mi fa riflettere, mi colpisce. Inizia nel 1984 e termina dopo la caduta del muro raccontando attraverso la vita di due artisti la Germania dell'Est, con la Stasi, gli abusi di potere, la voglia di combattere, il disprezzo per il regime.
Dopo il film sono le sei e cosa si fa? Si va a cena! Giriamo l'angolo e siamo nel ristorante Panda, cinese. Ci sono due loro amici, lui di Napoli, vissuto solo per 5 anni in Italia, lei americana con ha una massa di capelli bianchi, d'argento e grigi tenuti all'indietro con il cerchietto. Quando ci sediamo la sua pancia tocca il tavolo, la mia invece è ben distante quindi per un attimo mi sento magra. Mangiamo, mangiamo, mangiamo. Saluti e via verso casa. Si fa sera e il momento più brutto del weekend è arrivato: il tornare a casa.

domenica 25 marzo 2007

Venerdì 23 marzo.
Apro gli occhi troppo tardi e comincio a correre. Con la stanchezza invece di andare a downtown vado ad uptown e invece di prendere il locale salgo sull'espresso. Don't worry fra, la settimana sta per finire perchè è venerdì!
Tutto trascorre molto tranquillo fin quando ricevo la telefonata di Greg. E' sconvolto perchè Azzurra se ne è andata di casa. Ha fatto le valigie e se ne è andata e ora lui vuole una spiegazione da me. Io non ne so proprio niente, lui è agitatissimo e quindi lo saluto e chiamo subito Azzurra. Non risponde. Lo scopro più tardi quando nel dettaglio Azzu mi racconta tutto..ma adesso bisogna concentrarsi su una cosa: trovare un'altra casa! Per ora un tetto sulla testa ce l'ha...e per le prossime settimane affidiamoci a chi davvero può aiutare: craigslist!

Dopo l'ufficio vado a una mostra fotografica molto bella all' International Center of Photography per vedere le opere di Henry Cartier Bresson e Martin Munkacsi. Entrambi usano un bianco e nero molto espressivo, reale e pieno di significato. C'è proprio da imparare...


A casa chiacchiero con Monique che mi aiuta a pianificare la giornata di domani: devo incastrare alla perfezione i tempi e soprattutto devo alzarmi alle otto. Ce la farò?

Prima di dormire, in un'atmosfera di candele e biscotti allo zenzero ikea, mi guardo Bubble di Steven Soderbergh. Il film, ambientato nella Grande Pronvincia Americana, è lento, o meglio, ha tempi molto reali dove si vedono tutte le azioni che i personaggi compiono durante la loro giornata lavorativa. La sveglia all'alba, il viaggio per andare a lavorare, la colazione in un fast food, la loro attività nella fabbrica di bambole, il pranzo a base di Mc Donalds, la fine giornata, la sera. Tutto procede alla stessa maniera, nei soliti posti dove gli abitanti trascorrono tutta la loro vita. L'arrivo di una ragazza nella fabbrica però sconvolge tutti gli equilibri....
Vedendo la vita qui, riesco a capire molti dettagli e il film mi sembra pieno di significato. L'America è costituita da New York, dalle grandi città e dai paesi. Questi possono essere più o meno poveri, possono avere campi da coltivare o fabbriche, ma sono strutturati tutti nella stessa maniera e con lo stesso stile. Il film mette a nudo la vita povera di un paese dell'Ohio senza ritoccare niente. Mi viene in mente il ritratto che fa il fotografo Martin Paar dela cittadina Boring. Non importa se il film piace o non piace perchè lo scopo non è stupire, ma testimoniare. Lo consiglio.

giovedì 22 marzo 2007

La carrambata continua..

Giovedì 22 marzo.
Chiedo al nonno di leggermi i ringraziamenti della mia tesi e realizzo che il caro R.S. è pure nominato!! Incredible!

La sera mi incontro con Gus per andare a cena da sua sorella.
Dopo un'ora di macchina arriviamo in un paesello a Long Island dalle casette basse e dai negozi con l'insegna in bassorilievo. Mangiamo riso e pollo dopo aver giocato con Mateo, pacioccone di 9 mesi colomb-americano. Serata molto tranquilla in un ambiente famigliare molto caldo.

A casa, non abbastanza stanca, guardo "Lucia e il sesso" film di Julio Medem con una bravissima Paz Vega. Film molto esplicito, a volte fin troppo, dove la realtà si interseca con la storia del libro che sta scrivendo Lorenzo, il protagonista. Immagini sovraesposte, riprese con colori accecanti dove è difficile mettere a fuoco luoghi e personaggi, ma che rafforzano l'idea di confusione che prova lo scrittore. La teoria dei buchi neri, in cui è possibile infilarsi per ricomparire a metà della storia e per poterla capire con un altro punto di vista, la si comprende solamente alla fine e quindi è un film da rivedere. Non perchè è bello, ma perchè si riescono a cogliere particolari che gli occhi non colgono la prima volta. Forse proprio per i colori della ripresa..

mercoledì 21 marzo 2007

SORRIDERE, SEMPRE

Mercoledì 21 marzo.
Oggi ufficialmente iniza la primavera. In ascensore parlo del tempo con una signora e le dico che oggi c'è l'equinozio...ma lei subito mi corregge dicendo che era stanotte. Come siamo precisini...io l'ho detto perchè ho imparato a dire equinox!
La mattina vola ed è subito tempo di insalata..con variante di pasta e mandarino finale. Mi dicono che devo fare un risotto e portarlo...magari una volta mi ci metto d'impegno e lo faccio. Ma la mattina prima di andare in ufficio non se ne parla, non saprei dove trovare la voglia.

Dopo il pranzetto è il momento di andare all'ENIT, ente nazionale del turismo italiano. Ho la fortuna di parlare direttamente con il Presidente R.S. nel suo ufficio al 15 piano con vista su Rockefeller Plaza. Per iniziare gli dico che ho già sentito il suo nome, ho studiato sui suoi libri...ma parlando cosa viene fuori? Durante la tesi sono stata a Urbino per sentire un'ora e mezza di una sua lezione che è diventata un mio capitolo di tesi. Lui è il promotore dei Sistemi Turistici Locali (la mia tesi!) e io cosa gli vado a dire? Ho letto qualche suo libro...Argh! Purtroppo però il viso proprio non me lo ricordavo e per il nome ho usato poco il mio sesto senso. Vabbè ormai è fatta e quindi vado avanti e riesco a ottenere un po' di chicche tra cui una telefonata alla camera di commercio italiana per avere un incontro sempre con il presidente.
Anche questa volta il sorriso ha fatto più di me ed è stato esplicitamente apprezzato. Saluto senza lasciare il bigliettino da visita e magari ci si rivede per un caffè. Why not?

"E tutto il mondo è paese e siamo milioni, milioni di case e colori..."


WAITING GUATEMALA

Martedì 20 marzo.
Mentre Soho si risveglia passo accanto a panetterie che sistemano il pane in vetrina, deli che portano fuori la frutta, spazzini (per qualche minuto le strade rimangono senza spazzatura..incredibile!), lavoratori che camminano con 24 ore e tacchi. C'è calma, sulla subway non ci si spinge e arrivo contenta da Moahmed che è stupito di vedermi 10 minuti in anticipo.
In ufficio ho un problema con la deviazione di chiamata del telefono fisso.
Questo significa che devo parlare con il call center di verizon, meglio, con la voce elettronica. Prima di riuscire a sentire una voce umana, bisogna rispondere a una voce registrata che continua a ribadirmi che non capisce, allora digito un sacco di numeri e riesco finalmente a parlare. Questo momentaccio si è ripete più volte perchè le risposte degli operatori sono contrastanti, ma alla fine so come fregare la voce registrata, saluto dando il numero di telefono e alla prima domanda rispondo si. Con questi passaggi mi guadagno l'attenzione del representative.
Non c'è speranza di ripararlo in remoto e così mandano un tecnico. La voce al telefono è burbera. Quando lo vedo sembra il classico elettricista che ripara le lampadine nelle casone di qualche paese del centro. Baffone, cappellino, un po' di fili attaccati alla cintura, un telefono giallo enorme e una parlata dura e biascicata. Mentre lavora è coinvolto nell'apertura di un aceto balsamico (per la seconda insalata della settimana!), ma non ci riesce. L'importante è che mi ripari il telefono. Alla fine mi sorride e su un fogliettino di carta mi scrive le istruzioni, visto che ne usa due pezzi me li attacca pure con lo scotch. Caro.

La sera corro a casa perchè è il grande momento della cena con Lexi. Stasera si assapora il Mexico!
Quanti ricordi a entrare in quella casa...le mie lucine di Natale, la scatola del mio puree, le mie bustine di te, i dischi di Vale, il riso bruciato (io porto abbastanza sfortuna al riso di Lexi!), la sedia blu anni 70, la mia camera, le tazze delle chicchierate...Maliconia bella, cibo ottimo e tanti racconti. Incontro Pietro, ci raccontiamo un po' dei nostri lavori. In fondo è grazie a lui che è iniziato tutto per me a New York. E' iniziata quella catena che ora dopo 5 mesi mi riporta in quella casa a salutare una grande amica. Ci scambiamo un regalino, ci salutiamo e nei nostri occhi c'è la sensazione che ci rivedremo prima o poi, da qualche parte. Ciao Lexi buon viaggio, ricordati che sei la mia migliore amica americana!

Great emotions to see my Christmas lights, my mashed potatoes, my tea bags, Vale's records, the burned rice (my presence is negative for Lexi's rice!), the 70ies blu chair, my room, the cups..Nice melancholy, amazing food and great chat. I meet Pietro and we speak about our workslife. Thanks to him, everything begun for me in NY. In october started this chain that now, after 5 month, bring me again in that flat to say goodbye to a lovely friend. Little presents, greetings and the feeling that sooner or later we'll see again, somewhere.
Ciao Lexi, enjoy your travel and remember that you are my best american friend!

SE L'INIZIO E' COSI'...

Lunedì 19 marzo.
Mentre sono di fronte a preventivi di voip, J. mi chiede se voglio l'insalata. Rispondo di si e poco dopo mi ritrovo al tavolo riunioni apparecchiato per il pranzo con addirittura due con candele. Accanto a me niente giraffe, solo un cammello di legno che mi arriva all'ombelico.
Insalata squisita rispetto alla quantità standard del cibo che sto mangiando: tonno, salmone, mais, piselli, cipolla (...), fagiolini,avocado, pomodori, insalatina verde, broccoletti e uova. Una bomba. La chicca però è stato l'espresso finale..
Dopo tre settimane il ghiaccio comincia a sciogliersi, i continenti ad avvicinarsi e mi sento più meno estranea a quell'uffico così esotico, ma sempre così silenzioso e riservato.
La sera assonata scendo dalla gialla per prendere l'aranc..quando sento una voce che canta, mi vengono i brividi, scorgo il nome dell'artista e subito mi intrufolo nella massa, mi siedo per terra e lì ci rimango per più di mezz'ora. E' Susan Cagle! Già vista a novembre a Time Square e già comprato il cd "subway". Le sue canzoni hanno accompagnato le cene con lexi, le serate con vale, le valigie, i risvegli, i momenti più pensierosi...e ora è di nuovo di fronte a me!

Felicissima della giornata, mi passa la stanchezza e ho tutte le forze per uscire la sera. Stanotte dormo da Azzurra visto che quel troublemaker di Greg non c'è e possiamo starcene tranquille senza le sue filosofie di vita e le fisse maniacali. Azzu deve finire alle 10, ma arriva a casa dopo le 11.30. Quindi ci siamo addormentate "early in the morning"!

domenica 18 marzo 2007

Domenica di neve Azzurra

Domenica 18 marzo.
Grazie al fuso meno intollerante del week end riesco a sentire Vale! Mu e temu!
La destinazione per questa soleggiata domenica è il Queens e Azzurra la mia compagna di viaggio. Foto a 5Pointz, dove c'è un palazzo totalmente ricoperto da graffiti e shopping a Queens Mall.
Dopo un piatto di pollo e riso iniziamo il giro in un posto che all'inizio sembra anonimo poi però ci regala una chicca. Vestiti da cerimonia! Materiale dei nostri costumi di carnevale, stile pacchianissimo e quindi...li proviamo!
Ci mettiamo in due in un camerino e come delle vere damigelle ci proviamo i vestiti piegate dal ridere. Il pollo comincia a darci sonnolenza..ma giriamo, giriamo, giriamo...fino a crollare sulla R che ci porta a casa.

Un grazie a EDO per essersi finalmente scaricato skype!

Sabato 17 marzo.
Giornata di sole. Central Park è pronto ad accogliere tutti: sciatori, pattinatori, ciclisti, corridori, slittini, fotografi, palle di neve e perfino pescatori.
Il bianco è quasi accecante, è ovunque, ricopre prati, campi da baseball, panchine, scale, sentieri. Il sole caldo comincia a sciogliere la neve e la rende più luccicante , più bagnata, più brillante.
I veri protagonisti sono i bambini che con qualsiasi mezzo scivolano felici da piccole pendenze. Un bambino si stende su una tavoletta, salta sopra un sasso e passa sotto ai rami di un arbusto. Il papà gli urla "very good"...argh!
Si sta bene, sono felice di camminare su quel soffice bianco e mi fa stranissimo essere in una città. A Milano non si vedono persone con tute da sci quando nevica!!
La neve mi infonde tanta serenitità, forse per il bianco che circonda e ricopre, forse per il contrasto con gli alberi spogli, il cielo azzurro, i palazzi sullo sfondo. La stessa sensazione di la provo guardando una distesa d'acqua. Tutto torna perchè è lo stesso elemento, ma la nebbia è l'unica forma che mi lascia indifferene e mi spaventa pure.
Cammino, corro, saluto le persone..c'è una strana euforia nell'aria. Sarà forse perchè è San Patrizio? No...perchè fa caldo e la natura mette a disposione un qualcosa di diverso per trascorrere il week end. Tutto free!
Comincio a sentire i piedi un po' umidicci, ma penso sia dovuto allo stare nella neve fredda.
A Time Square poco più tardi mi rendo conto che ho l'acqua dentro perchè anche se sono impermeabili, non sono abbastanza forti per superare l'immersione TOTALE fino alla caviglia ogni volta che attraverso la strada. Tanto bello Central Park, tanto impossibile Time Square.
Gente ovunque, che corre, che si ferma, che cambia strada, che urla, che parla. Dappertutto, e soprattutto agli angoli dei marciapiedi, distese di acqua e neve da affrontare. Persone buffe, salti, grandi passi, scivolate mischiate alle miriadi di persone, un vento insistente, ubriachi in verde. Meglio andarsene. Con Azzu andiamo nel bellissimo laghettino di Central Park.
Foto su foto fino ad arrivare sulla quinta dove c'è la tanto attesa San Patrick Parade.
In Italia si festeggia solamente nei pub irlandesi, qui in America è un motivo di festa e di commercio. Dolci verdi, bigliettini e cartoline verdi, vestiti verdi, quadrifogli ovunque, luci verdi, cappelloni verdi, bandiere dell'irlanda. Festeggiano tutti perchè San Patrick è un motivo per fare confusione e bere come disperati.

Dopo l'arancione di halloween, il blu dell'chanukah, i colori del Natale, il rosso di San Valentino, il verde di San patrik, i colori pastello della Pasqua..cosa seguirà?

Vediamo un po' di cornamuse, ma la temperatura sta calando, i piedi stanno diventando insensibili e così decidiamo di riscaldarci con un hanzelnut coffee.
La sera mi vedo con Gus per andare al Red Lion dove c'è Beppe con i suoi colleghi.
Posto affolatissimo, tutti vestiti di verde (...), musica dal vivo e un po' di ballamento. Serata proprio bella e diversa! Prima di iniziare il viaggio del ritorno mi fermo con Gus in un posticio molto sgrauso turco e mangio il panino falafel&humus che potrebbe competere con il kebabbaro di Piazza Napoli.



REGALI COLOMBIANI

Venerdì 16 marzo.
Insieme al venerdì questa settimana è arrivata anche la neve.
Mi alzo e la prima cosa che vedo dalla finestra è la neve! Al mio coffee box Moahmed si ricorda il mio solito, un sugar coffee black e quindi decido che è giusto festeggiare con un cimbellone che mi rimane sullo stomaco per tutto il giorno.
Nevica tutto il giorno, neve fitta, piccola, pungente. Dalla finestra vedo che ha diverse direzioni e il vento la trasporta un po' ovunque. Ogni tanto più ghiacciata ogni tanto più acquosa. Quando esco dall'uffficio tutto è ricoperto di bianco, anche le strade. Vado a madison Square Garden per sentirmi nel bianco, per camminare sulla neve che scrocchia, però il vento soffia addosso tanti spilli, i pantaloni cominciano a bagnarsi, le dita delle mani a congelarsi. Tutti sono colti dalla bufera di neve e si vedono le scene più comiche. Persone con i tacchi, in gonna, in giacca e cravatta, a tentare di raggiungere la subway scavalcando cumuli di neve ai bordi delle strade.
Poco dopo mi incontro con Gus appena tornato dalla Colombia e..mi ha portato un regalo! Un bellissimo braccialetto di semi e una calamita per la mia collezione. Caro!
Raggiungere la casa di Azzu a Soho è un impresa. Continua a nevicare e strade e marciapiedi sono battuti solo da pedoni e macchine. Qui non si gettano chili di sale per strada, ma si aspetta che la neve si sciolga quindi bisogna adattarsi alla situazione...facendo scale innevate, saltellando ai semafori, pattinando sui pezzi ghiacciati e evitando le enormi pozzanghere in metropolitana.
Guacamole, corona, pasta ai frutti di mare, tante chiacchiere, Greg&Tania....ed è subito notte.
Continua a nevicare. Non vedo l'ora di essere a Central Park.

giovedì 15 marzo 2007

TUTTO VERO

Mercoledì 14 marzo.
Ieri freddo, oggi caldo. La temperatura è schizzata verso l'alto e per strada ci sono persone in maglietta, ragazze con vestiti senza calze, persone in infradito..Io non riesco a passare da un maglione alla cannottiera quindi per oggi sono ancora in stile invernale..quando cammino sudo, vorrei tirarmi via gli stivali e lasciare da qualche parte il cappotto.
Dai Fra vai solo in quel negozio e poi a casa ti cambi...Andando verso la mia metà vedo un negozio che mi ha fatto tornare bambina: una cartoleria enorme. (Vi dico il mio sogno di quando ero piccola: dopo il pompiere aprire una cartoleria). Avevo già notato il giorno prima un posto simile poco prima ma non avevo collegato il fatto che i negozi con gli stessi prodotti si trovano nella stessa via e così ho battezzato quel posto il paper district! Diverse cartolerie fornitissime, con tante di quelle cose che ci vuole del tempo solo a capire cosa servono. Tutto ciò che è carta, tutto ciò che si può creare e addirittura..tavoli e librerie di cartone!
Proseguo e non mi faccio attrarre da Old Navy e H&M, ma quando vedo uno store enorme che vende tutto e di più per casa e ufficio..non resisto. Guardo tutto, apprezzo la fantasia nell'inventare le cose più assurde e inutili, rubo qualche idea e compro un appendino di plastica da attaccare alla porta. Cammina...cammina, con sempre più caldo addosso raggiungo Brooklyn Industries. Avevo notato che Fulvio aveva una felpa con un logo molto particolare: il tipico serbatoio d'acqua!
Entro e come al solito mi sento l'"Hi" dovuto e scontato del commesso, dopo poco però inizamo a parlare e scopro che è messicano, così gli racconto del viaggio in messico. Esco contenta per qualche sorriso sincero ricevuto, con un fortissimo adesivo del logo in mano (e un portafoglio nuovo in borsa!).
Ho il puntello con Beppe, ma fa caldo e in un locale con gli stivali, le calze pesanti...meglio cambiarsi. A casa mi prende un po' di prigrizia, ma sono tenace ed esco di casa un po' tardi. Esco con maglietta e giacca senza sciarpa, guanti, cappello...avessi avuto dei sandali...
Sulla W4 vedo un camioncino della Fox e dei lampeggianti a distanza. Arriva un messaggio di Beppe chiedendomi dove fossi e dicendomi che c'era appena stata una sparatoria. Sono basita. Provo a raggiungere il locale dove mi aspetta, ma scopro subito che è la zona isolata, accerchiata da centinaia di poliziotti. A ogni angolo poliziotti, cavalli che corrono, fbi, elicotteri con fari che illuminano a giorno le strade. Per strada si parla di un morto, di una macchina, una moto..tutti guardano verso un incrocio, ma pochi sanno quello che è successo. Chi è all'interno dell'area non può uscire. Bisogna aspettare. Purtroppo non è la ripresa di un film d'azione, ma realtà. Un cameriere, due poliziotti e il pazzo sono morti. E io per un po' di caldo e una doccia non ero in quella via o in quel locale dove sarei potuta uscire solo dopo l'una di notte.
Non uno, tanti angeli attorno a me!

GRECO&BILIARDO

Martedì 13 marzo.

Sulla tastiera del mio computer trovo un braccialetto thailandese, me l'ha prtato M. dal viaggio che ha appena fatto. Lui un regalo a me?

Ma allora anche qui ogni tanto ci si lascia un po' andare, si crea quel clima un po' rilassato, si va al di là del mero rapporto di lavoro...mi ricredo quando fuori dall'ufficio, prendo l'ascensore con una "collega". Le chiedo come va. Si mette il dito davanti alla bocca, getta un'occhiata alla porta dell'ufficio e indica l'ascensore. Non emette un suono. Le chiedo di cosa si occupa esattamente e si ripete la mimica. In ascensore, sospirando, mi dice che ha tanto lavoro da fare. Mi veniva da ridere a pensare all'ufficio a Milano, alle grandi litigate, alle risate, alle battute, agli skleri...qui invece silenzio. Un atteggiamento del genere però mi fa capire che chi lavora deve farlo duramente e chi comanda pretende. Per spiegare la situazione aggiunge: senti anche tu cosa si dice in ufficio. Quando parlano bisbigliano, se alzano la voce parlano veloci e già devo capire le mie conversazioni con la cassa dello stereo sopra la testa...figuriamoci se aguzzo le orecchie...Annuisco e non chiedo più nulla.

Astoria la sera ci fornisce una bella cenetta greca che mi ricorda tanto quest'estate..tzazicki, suvlaki, melanzane (niente mussaka silvia!). Poi arriva la mia prima volta a BILIARDO.
Mai provato, sempre considerato un gioco noiosissimo invece è stato molto bello. Io e Fernando contro Azzurra e Fulvio. Tante risate, nessun vincitore però ora...so "usare" la stecca!Posto visto solo nei film, molto americano.

Ieri sera ho visto Dopo mezzanotte. Se vi piace la mole di Torino e siete appassionati del museo del cinema, il film può piacere. Un dualismo film-realtà che senza un Pasotti impacciato, una storia di poco spessore e un finale ridicolo, sarebbe potuto essere più enfatizzato.

AIKIA.

Sabato 10 e domenica 11 marzo.
Mattina molto pigra, ma sto per provare una grande emozione quindi devo muovermi! Esco di casa e sento subito aria calda, insolita, strana, ho vestiti decisamente troppo pesanti, ma ormai sono in ritardo e devo proseguire. Scendo alla 72esima e sull'angolo con Columbbus chi mi sta aspettando? La mia migliore amica americana LEXI! Che bello rivederla! mangiamo in un posticino italiano, il più vecchio di tutto il west side e chiacchieriamo del mese passato lontane. Da parte mia ci sono racconti più o meno comici del collo, febbre, lavoro..da parte sua il notizione: raggiunge Brandon in Guatemala e ci starà per un anno. Mi sparisce così..il 24 marzo. Sono un po' triste, ma so che per lei è un passone importante quindi vedrò di sfruttare bene questo ultimo periodo.
Il pomeriggio caldo è il clima ideale per fare foto a Central Park anche se un po' di foschia lascia il parco un po' autunnale, senza far splendere quei colori che ci sono anche con gli alberi spogli. Ci sono molte persone e fanno di tutto: corrono, vanno in bicicletta, suonano, cantano, pregano, fanno acrobazie con i roller, mangiano, dormono, leggono...qualsiasi attività pur di stare all'aria aperta. C'è un bel clima, un po' caotico, ma piacevole.
La sera mi incontro con Fulvio e Rob per andare a cena. Il primo posto lo si scarta perchè non c'è posto (colpa mia che sono arrivata in ritardo!) e poi dopo aver passato in rassegna le cucine di tutto il mondo vince lo spagnolo "El Quijote". Dosi enormi, paelle in pentola, fette di carne di 50 cm, aragoste.....tutto assolutamente squisito. Seguono chiacchere al Temple Bar e poi dopo una notte brava arriva la grande impresa della domenica mattina: andare all'Ikea nel New Jersey.
Gli americani sono così bravi a farti spendere che addirittura hanno messo uno shuttle gratis che da Manhattan porta direttamente all'Ikea in un altro stato. Visto che ogni mondo è paese, l'Ikea è strapiena di persone, bambini che corrono, persone che spingono con il sacchettone giallo, commessi assonnati...ma con il potere delle polpettine svedesi portiamo a termine la missione e Fulvio trova il suo mobile. Differenze? Si i prezzi! lo stesso "numero" però qui c'è il dollaro!
Nel pomeriggio mi riposo perchè la sera incontro il mitico Dan. Di fronte a una cuo of tea ci raccontiamo come procedono i rispettivi lavori e il tempo vola...
A casa mi guardo Buongiorno Notte, film sul sequestro di Aldo Moro. Bello, ma un po' triste prima di iniziare una nuova settimana.

venerdì 9 marzo 2007

10 giorni di silenzio per mancanza di internet, ma ora si inzia!

Non so se incominciare dalla giraffona dell'ufficio, dai 13 gradi della mia stanza, dagli amici ritrovati, dalle gitarelle di lavoro, dalle grandi mangiate di cibo etnico, quindi inizierò con la mia giornata tipo.
Sveglia variabile dalle 7 alle 8 (più i giorni passano più la sveglia suona a vuoto alle 7 e la colazione salta regolarmente), attività minima-essenziale per uscire di casa con un aspetto decente, corsa alla metropolitana e attesa. Salita con più o meno difficioltà di intrufolarmi nel vagone, mi immergo nel Profumo di Suskind, utilizzo le poche facoltà mentali per fare un sudoku, penso, rifletto, osservo, leggo e ovviamente ascolto l'ipod!
Scendo accanto all'ufficio (opzione favorita con il freddo, gelo e neve) oppure a Union Square dove cammino tra bancarelle di agricoltori e panettieri che espongono dolci di tutti i tipi impacchettati con la pellicola (opzione per sentirmi in un piccolo paese).
Prendo un classico caffè al "coffee box" per strada. Recupero il caro Am New York e arrivo nell'etnica suite 600. Giraffe, ventilatori, orologi, piante rigogliose circondano la mia postazione con vista su Broadway (e sporgendomi sull Empire!).

Tanti "morning, how are you" e poi il lavoro inizia. Dopo circa mezz'ora riesco a finire il caffè che si è leggermente raffreddato. Attività svariate mi riempiono le giornate e negli ultimi giorni mi hanno portato visitare dei tour operator. Uno di questi a Staten Island con le sue 4 ore di viaggio. Per fortuna il panorama dal ferry riempie gli occhi di una New York fiera di essere lo skyline più tipico al mondo. Dopo altrettanti "bye, see you tomorrow" arriva il momento di decidere cosa vedere prima di rintanarmi a casa. Le possibilità sono svariate..andare nei negozi preferiti a Canal-Broadway, trovare scarpe a metà prezzo (tenute d'occhi da novembre!!), girovagare tra grattacieli, avenue, fare la spesa, riscaldarsi in qualche mall e soprattutto vedere i miei amici. Il primo è stato Gus, ora in Colombia per vacanza, che mi ha portato a mangiare giapponese nel Lower East Side. Parlando di cucina asiatico un elogio speciale va a TODAI, un giapponese dulla 32esima che offre buffet a prezzo fisso. Più di 30 metri di bancone dove sono presenti innumerevoli tipi di maki, sushi, spiedini di carne, crepes, piatti di pesce, cozze, vongole, ostriche, tempura, zuppe, pesci di tutti i tipi, doci, frutta...


All'appello sono presenti Fulvio, Rob, amico di Rob, Azzurra e Greg. Grande mangiata, ottima qualità e a ripensarci mi viene voglia di quel sapore piccante-aspro di wasabi che prende le papille gustative in fondo alla gola... Ogni volta che si incontra qualcuno si conosce qualcun'altro e così si sono improvvisate cene e uscite dove chiacchere e birra scorrono veloci. La sera se ceno a casa chiacchero con Monique, la simpatica coinqui che mangia piattoni enormi di carne e si diverte tantissimo a guardare telefilm. Eccomi a parlare della mia casetta in un vecchio building. La mia camera poco a poco sta subendo una traformazione "alla fra" e l'habitat creato è sempre più piacevole. Il riscaldamento funziona, ma la temperatura nella mia stanza la sera è sui 13 gradi. Per fortuna ho uno "spara-caldo" piccolino che nel giro di qualche minuto scalda la stanza. E' così potente che quando ce ne sono due in funzione salta la corrente! Con te caldi, pentole che bollono per creare vapore, pile, calze di lana..riesco a stare bene e poi tra poco è primavera! Sole, caldo, luce...Qua siamo così avanti che stanotte c'è stato il daylight saving, lo spostamento in avanti dell'orologio. Ora con l'Italia ci saranno solo 5 ore di differenza, quindi magari qualcuno riuscirò a sentirlo un po' più spesso!

Rispetto alla prima volta le mie giornate hanno uno scopo ben preciso e quindi mi sveglio con lo stesso animo milanese, ma invece di prendere il motorino e andare in via Civerchio, prendo la subway per 3/4 d'ora e vado a Chelsea. E' una strana sensazione perchè non avendo l'eccitazione della novità, ma la tranquillità di essere in un posto conosciuto, affronto le giornate con molta naturalezza. Tento di essere ogni giorno meno turista e più coinvolta nella vita quotidiana, anche se la macchina fotografica viene sempre con me!