lunedì 26 febbraio 2007

New York!

Venerdì 23 febbraio.
Avevo pensato a tutto tranne a una cosa: la possibilità di avere 38 di febbre prima della partenza. Riduco all'essenziale le cose da fare e rimango a letto per due giorni con una terapia intesiva contro la febbre...riesco nell'obiettivo e venerdì mattina ho la forza di alzarmi alle 4.30. Da lì inizia GRANDE VIAGGIO.

Alle ore 8 ricevo la colazione: panino con salsiccia e salsa di cipolle. Preferisco rimanere con il buco nello stomaco. Poi a Heatrow il viaggio nel viaggio per raggiungere il terminal 4.
Cammina...cammina arrivo ai controlli.
Io ho computer, macchina foto e zaino, ma mi dicono che devo avere una sola borsa. Vogliono che metta tutto dentro la borsa del computer..ma non ci sta! Fa caldissimo, mi sento la febbre, ho in mano il computer, al collo la macchina foto, nell'altra mano i documenti e la giacca e mi chiedo come fare ad avere un solo bagaglio. Visto che proprio non ci sta mi danno un
sacchetto di carta raccolto per terra dove mettere dentro tutto. Che assurdità! Neanche il sacchetto è sufficiente, ma l'importante è far vedere che si ha in mano un solo oggetto. In tutto questo trambusto cosa mi dimentico di togliere dallo zaino? Qual'è la cosa che in assoluto è vietato portare? L'acqua. Questo mi costa l'esposizione di tutte le mie cose sul tavolo dei controlli...
Continuo ad avere caldo ma bisogna camminare ancora. Per fortuna c'è esposta una mostra fotografica bellissima e così il percorso è più sereno. Arrivo e cominciano a imbarcare. Precisa! Il volo da Londra lo descriverei così: aria condizionata, frddo, brividi. Mi rannicchio sotto la
coperta e mi guardo due film: Babel (lo consiglio) e The Illusionist (carino, finale shekspiriano). Arrivata a JFK sono così cotta e infreddolita che non ho neanche la forza di preoccuparmi per la dogana. Meglio così visto che è andato tutto liscio!
Sul taxi mi guardo attorno..strano non mi sembra di essere mai partita! Il sole brilla, l'azzurro del cielo mi ricorda la sciata a Gressoney (si quella del collo!) e mi sento bene.
E' presto, Monique deve ancora arrivare
a casa e quindi vado da Dan! Tra chiacchere e the passa il pomeriggio fin quando decidiamo di andare al Closter a fare foto. Molto bello, ma troppo freddo!!! Torniamo a casa e Dan mi cucina il platano fritto.
In spagnolo banana si dice banana, non platano. Questo è un frutto simile, ma si mangia fritto. Buonissimo.Andiamo nella mia casetta e conosco Monique. La casa è molto carina, c'è un gattone, e lei è una simpaticissima ragazza real-new-yorker!
Mi cambio e con Dan vado a una festa a Roosevelt Island. La organizza Beppe all'ultimo piano panoramico del palazzo doe vive. Vista stupenda su Manhattan, parecchie persone, è divertente, ma io comincio ad accusare la stanchezza pesantemente e così torniamo a casa.
Come inizio è bello intenso, no?

La foto in alto è una creazione di Dan..grazie!!