sabato 5 maggio 2007

E' il momento!

Giovedì 3 maggio
Ma come? Già finito? Sei appena arrivato e devo già salutarti?
Sono un po' trista anche se...fra una settimana si ricomincia! Buon viaggio tra poco arrivo.

Mercoledì 2 maggio.
Andiamo alla ricerca di un giochino di carta da costruire, ma nonostante ricerche su internet e email non riusciamo a trovare le galline che beccano vicino a un cactus e neppure il maiale volante. Vale accontentati del robottino che hai trovato..
Abbiamo tappe precise per la giornata e ci lanciamo nello shopping a poco prezzo fino a quando guardando il tempo propongo di salire su Top of the rock. Detto-fatto siamo al 67esimo piano del rockefeller a guardare una spettacolare città prima con la luce, poi con il crepuscolo e alla fine con il buio e la luna. In 3 ore ci riempiamo gli occhi di mille luci, paesaggi, contrasti, colori e siamo contenti di trascorrere così l'ultima giornata insieme.

Martedì 1 maggio.
Oggi Bronx e più precisamente City Island. Viaggione, ma è bello spostarsi così tanto con solo la metrocard. Arriviamo in questa penisoletta piccola piccola dove ci sono più ristoranti di pesce che case. Com'è possibile? La Lonenly Planet ci consiglia un posto e così sa Tony mangiamo gamberetti fritti, pannocchia e una zuppa di vongole.
Camminando nell'unica via del paesello vediamo una cosa molto insolita: un nido (meglio un condominio) di uccellini verdi costruito sul palo della luce. Ma con la fobia degli incendi non temono che possa andare a fuoco visto che è a contatto con fili elettrici?
Tornando a Manhattan facciamo un po' di tappe su Lexington e poi andiamo a Williamsburg per gironzolare e andare in un negozio di usato molto bello dove Vale trova il regalo per il Teo. Si chiama..crea il tuo comunista..
Visto che la fame sta arrivando e la stanchezza non è troppa, decidiamo di andare sulla E 6oth dove ci sono due posti degni di nota: serendipity e la stazione della funicolare.
Quando ero stata con Beppe non siamo riusciti a finire il dolce che riordino anche stasera, con Vale lo finiamo senza problemi. Vale mangia più di Beppe o mi si è allargato lo stomaco?MV ti penso..! Dopo questa carica di zucchero sotto una luce tiffany andiamo sulla stupenda funicolare per ammirare il mai banale skyline. Anche qui appreziamo la potenza della nostra metrocard.

Lunedì 30 aprile.
Appena scendiamo in strada capiamo che siamo vestiti troppo pesanti e così usciamo in pantaloni corti e maglietta. La giornata è ideale per Central Park e così camminiamo lungo il Reservoir, ci fermiamo sotto alberi carichi di fiorelloni rosa, ci addormentiamo a Great Lawn dove ci sveglia una pallina da baseball. Ci sono pochissime persone, ma due ragazzi giocano a lanciarsi la pallina che a un certo punto arriva a tutta velocità sul mio braccio. Arriverà un lividone.
Noleggiamo una barchetta a remi, saliamo sul Belvedere Castle, guradiamo le tartarughe che prendono il sole e poi ci stacchiamo da questa oasi di pace per buttarci sulla fifth.
Siamo stati a digiuno per la grande mangiata della serata: il giappo Todai. Fulvietto pacca e siamo con Azzu a mangiare ogni tipo di pesce e di maki fino ad avere problemi a camminare.
E' proprio tutto così buono....sarebbe un peccato fermarsi!
Per digerire andiamo a prendere la subway a time square dove la luce a giorno ci fa rimanere come al solito incuriositi a testa in su.
A casa, avendo ancora energie, guardiamo Fargo. Carino, americano, dei fratelli Coen.

Domenica 29 aprile.
Oggi di nuovo Queens. Andiamo a 5points per vedere i graffiti e poi nel fratellino del Moma, il PS1. Museo decisamente diverso, più sperimentale, con opere di artisti poco noti, ma fantasiosi. In una struttura che sembra un ex scuola installazione varie più o meno interessanti dove scopro un grande artista già visto a Galway. Rimango a bocca aperta a vedere come raffigura persone e ritratti con oggetti, cenere, zucchero, cioccolato, coriandoli, pomodoro...Bellissima la Gioconda disegnata con marmellata e burro d'arachidi. Bravissimo, un grande, voglio un poster, ma non lo vendono. Lui è Vik Muniz.
Mangiando un bagel con pastrami andiamo al Socrates Sculpture Park dove poco prima aveva avuto luogo un workshop per bambini per costruire aquiloni. La voglia di averne uno e farlo volare in alto è enorme quindi sarà un'attività estiva, anzi una gara!
Affacciato su Roosevelt island, circondato da browstone building, con girandole che emettono melodie, il parco trasmette una grande sensazione di calma e serenità. Ci piace.
Torniamo a Manhattan e andiamo da Azzu, ma ha casa c'è solo Jeje e così chiacchieriamo un po' con lui. Azzu l'andiamo a prelevare al Barolo e la mettiamo di fronte a una dose di risolatte da Rice to riches. E' una giornata no per lei e quindi ci vuole un po' di dolce...e perchè tu Vale ne approfitti e ti mangi una vasca di risolatte alla vaniglia? Non riesci neanche a finirlo...

Sabato 28 aprile.
Dopo più di un mese dormo oltre le 10. Non mi sembra vero! La giornata trascorre con molta calma tra Canal Street, Soho, Broadway...fino ad arrivare al Barolo dove ci fermiamo a salutare Azzu. Non facciamo tempo a sederci che abbiamo già davanti il temutissimo piattone di verdurine fritte. Come si può rifiutare? Una tira l'altra, ma dopo un po' andiamo perchè stasera ci aspetta il Corner Bistro. Facciamo un'ora di fila per mangiare un hamburger, ma ne vale la pena. Torniamo a casa felici e un po' fritti.

Venerdì 27 aprile.
Le visite oggi sono ad Astoria quindi prima di cena riusciamo andare al Momi, Museum Of Moving Image. Ci divertiamo a percorrere tutte le tappe della produzione di un film, Vale tocca tutto e gioca con qualsiasi oggetto, ma l'aspetto più divertente arriva nella sala dei videogiochi.
Tanti tipi tutti free, quindi iniziamo con il tappeto da pestare a ritmo di musica. Io sono impeditissima e perdo, però poi vinco a giocando a mortal combact. Partite di ping pong virtuale, spari nello spazio, tamburellate insieme a gorilla e poi corriamo verso l'appuntamento al buio. Devo incontrarmi con W.R., una simpaticissima signora istriana che lavora in un agenzia a Long Island City.
Entriamo in un club pieno di signori croati che giocano a carte, sembra di essere in un baretto slavo di 20 anni fa. Scendiamo per una scala e ci troviamo in una sala da pranzo dove si sente parlare italiano e slavo. Ma dove siamo finiti? In un posto da vedere per capire quanti segreti sa nascondere New York...Ceniamo con vino rosso, gnocchi, fritto misto, branzino..cena buona, ma non così amazing e wonderful come per le due americane presenti che sono estasiate dai sapori che stanno assaggiando. Una californiana, una new yorkese, noi due e la mitica W.: una tavolata insolita, ma una serata molto bella e divertente.
Essendo ad Astoria ci autoinvito da Fulvio così finalmente può conoscere Vale. Tante risate, birretta e poi inizia il lungo ritorno. Io mi addormento aspetttando la gialla, sulla gialla, aspettando l'arancione e sull'arancione. Per un'ora e mezza tentiamo di non perdere le fermate giuste e poi finalmente...si arriva a casa!Da domani 5 giorni in cui non si parlerà di lavoro....alee!

Giovedì 26 aprile.
Io vado a lavorare e Vale rimane a dormire. Mattina tranquilla e poi ci incontriamo per andare nel financial dove mi aspettano visite. E perchè non andare proprio dove abbiamo scoperto l'esistenza dei quei vermicelli annegati nel dashi? Ci mangiamo una zuppona, un po' di maki e poi Vale si prende una cravatta con delle ananas.
Gironzoliamo un po' infreddoliti e arriviamo al word financial center dove mangiamo un dolzetto di au bon pain seduti tra le palme di una cupola di vetro. In quello stesso posto ci sono stata a dicembre con Agi, ad ascoltare una giapponese che cantava lirica italiana. Sembrano anni fa..amica slovacca dove sei finita?
Sull'Houston River c'è il tribeca film festival e trasmettono un film all'aperto, ma fa decisamente troppo freddo e quindi ci limitiamo a prendere dei campioni d'acqua gratuita che distribuiscono li vicino. Io boccio l'acqua che sa di mango, fragola, agrumi...come si può vedere acqua trasparente e sentire un gusto fruttato? Viva i succhi di frutta e anche il billy all'arancia che faceva venire il raspino in gola.



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